CYBERBULLISMO

 

La rapida diffusione delle nuove tecnologie ha portato con sé nuove occasioni di incontro e interazione, oltre che stravolto le modalità di comunicazione, gli stili di vita, il modo di pensare, la divulgazione del sapere e della cultura. Tuttavia, come è stato constatato anche in occasione del Progetto “Rischi da Nuove Tecnologie” di cui l’Istituto è stato protagonista, accanto a queste opportunità di crescita e arricchimento culturale, i nuovi mezzi di comunicazione di massa portano con sé anche rischi e pericoli e i giovani, purtroppo, sono spesse volte i primi a dover fare i conti con l’aspetto maligno della grande Rete, della telefonia mobile, dei videogiochi.

Il pericolo più recente che si nasconde dietro uno schermo è il cyberbullismo, o bullismo elettronico, termine che indica un atto aggressivo, intenzionale, condotto da un individuo o un gruppo di individui usando varie forme di contatto elettronico, contro una vittima che non può facilmente difendersi. Sono considerati atti di bullismo elettronico l’invio di messaggi scortesi, offensivi, insultanti attraverso e-mail, sms, mms, telefonate sgradite o talvolta mute; la diffusione o pubblicazione online di materiale altamente offensivo e denigratorio, come, per esempio, immagini alterate o fotomontaggi della vittima; l’esclusione intenzionale di un coetaneo da un gruppo online, da una chat, da un game interattivo e da altri ambienti protetti da password, con lo scopo di determinarne una riduzione di collegamenti amicali, popolarità e quindi “potere”; l’ormai famoso fenomeno dell’happy slapping, in cui un ragazzo o un gruppo di ragazzi picchiano un coetaneo mentre altri riprendono con il videofonino l’aggressione, che verrà poi pubblicata in Internet, diventando, così, occasione di condivisione e derisione online.

Dopo la collaborazione con la Polizia Municipale, l’Istituto collabora ora con l’Università degli Studi di Torino, partecipando ad uno studio esplorativo proprio sul fenomeno del cyberbullismo, proposto dal Prof. Marco Bertoluzzo, docente di Criminologia presso l’Ateneo torinese, e da una Sua tesista.

Con lo scopo di esaminare la diffusione del “bullismo di nuova generazione”, ponendo attenzione anche agli stati d’animo che accompagnano simili atteggiamenti e cercando di capire in che modo è possibile combatterlo, ad alcuni ragazzi dell’Istituto è stato chiesto di compilare un questionario anonimo, composto da un totale di 20 domande chiuse. Le domande sono state formulate prendendo spunto dalle varie ricerche e indagini, svolte in ambito italiano e internazionale, sull’argomento in esame.

 

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